Quando alla fine degli anni ottanta ho iniziato a realizzare le mie prime scenografie per il teatro insieme ad un gruppo di amici, ero convinto che la scenografia sarebbe stata per me come un gioco e che avrei continuato la mia attività di designer e architetto. Le cose, invece, stanno seguendo un andamento che non mi sarei mai aspettato, perché il teatro è terribile, è un vero demone tentatore e la ricerca e lo studio della scenografia ha preso il mio tempo libero, la mia vita privata, anche se ancora devo dividermi con la professione di architetto. Nel corso della mia attività di scenografo, ho cercato di individuare soluzioni nuove, cercando forme e materiali non convenzionali, sperimentando prima in altri settori, per esempio negli allestimenti o nei piccoli teatri, dove era più semplice controllare i risultati e in questo modo sono riuscito a individuare soluzioni e tecniche nuove, che poi ho applicato in progetti più complessi, dove sbagliare un materiale o una dimensione voleva dire compromettere anche il lavoro di altri.
Teatro e allestimenti
Ho studiato a una scuola di scenografia, ma è all’università di architettura che ho acquisito tutte le conoscenze complementari al teatro e mi riferisco alla storia, alla letteratura e alla progettazione. Sono del resto convinto che nessuna scuola specializzata possa offrire ai suoi allievi tutte le conoscenze necessarie per intraprendere la professione dello scenografo. Questo non significa che in una scuola non sia possibile ottenere le informazioni di base, ma bisogna essere sempre curiosi di tutto.
SUL CARRO DELLA CREATIVITA’
Io ho sempre lavorato in teatri e per gruppi teatrali dove il budget per la scenografia era sempre molto limitato, ma non credo che questo sia un male; il teatro deve restare molto artigianale, il luogo dove poter realizzare cose delle quali siamo creatori. In teatro tutto nasce nell’ambito di un piccolo gruppo che lavora a stretto contatto perché il teatro è un lavoro d’équipe e deve continuare ad essere tale.
Teatro e allestimenti
Ho studiato a una scuola di scenografia, ma è all’università di architettura che ho acquisito tutte le conoscenze complementari al teatro e mi riferisco alla storia, alla letteratura e alla progettazione. Sono del resto convinto che nessuna scuola specializzata possa offrire ai suoi allievi tutte le conoscenze necessarie per intraprendere la professione dello scenografo. Questo non significa che in una scuola non sia possibile ottenere le informazioni di base, ma bisogna essere sempre curiosi di tutto.
Tutti gli studi sulle arti figurative necessari all’allestimento sono compito dello scenografo, che deve pensare allo stile degli oggetti che accompagnano la vita di ogni epoca e quindi dell’attrezzeria. In questa direzione bisogna fornire al regista delle fonti di ispirazione, presentandogli un ventaglio di proposte. Il regista deve avere la sicurezza che lo scenografo è un esperto di arti figurative, ma altresì che sia a contatto ogni giorno con materiali e tecnologie le più diverse.